Uno scandaglio aperto che, al di là delle polarizzazioni e delle dicotomie persistenti, luce-buio, progresso-decadenza e simili, lancia nuovi sguardi, anche «obliqui», sugli scenari lunghi e complessi che hanno precorso la modernità occidentale e in maniera sostanziale ne hanno incubato e istituito i caratteri. Le prospettive prescelte, le tensioni logico-dialettiche, la formazione di lingue europee e l`organizzazione premoderna degli studi, legate tra loro da organicità, complementarietà e interazioni causali, sono focalizzate come strutture paradigmatiche nel quadro delle esperienze inventive, costruttive e organizzative che a partire da quelle età si sono rivelate, lungo i tragitti della modernità, vitali e resistenti. In definitiva, una discussione mirata, con strumenti critici e metodologici affinati, su prospettive che sul piano dell`indagine storico-antropologica presentano non pochi campi aperti. Alla relazione di apertura di Carlo Ruta seguono i contributi di: Antonello Folco Biagini, Emanuele E. Intagliata, Pamela Kyle Crossley, Concetto Martello, Spartaco Pupo, Sandra Origone, Alessandro Dani, Francesco Aleo, Giuseppe Varnier, Michael F. Feldkamp, Giuseppa Tamburello, Marco Leonardi, Giuseppe Foglio, Annalisa Di Nuzzo, Luca Bevilacqua, Emiliano Beri, Antoine Graziani, Giovanna Minardi. Comunicazioni di: Juan Carlos Moreno García, Bianca Maria Giannattasio, Graziella Acquaviva.