Nozze di sangue. Storia della violenza coniugale
Un libro usato di Cavina Marco, edito da Laterza, 2011
Stato Conservazione: DISCRETO
€ 22.00
€ 11.00
Ean/Isbn
9788842095415
Autore
Cavina Marco
Editore
Laterza 2011
Reparto
Genere
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NOZZEdI SANGUE MARCO CAVINA, Nozzedi sangue. Storiadela violenza coniugale, Bari, aterza 2011, pp.256. Il bel ibrodi Marco Cavina, ricorda come per secoli si sia accettata come uno stato naturale ’inferioritàdeledonne, a oro assoluta subordinazione al’autorità maschile e su questa base si sia egalmente giustificata a violenza nel’ambitodel matrimonio. Da storicodel diritto medievale e moderno, Cavina ricostruisce con rigore il processo attraverso il quale, nel’arcodidue milenni vengono stabiliti e ribaditi idiritti, e imposizioni, e norme che configurano il modelo granitico e il fondamento indiscusso su cui poggia ’intero edificiodele relazioni sociali fra uomini edonne al’internodel’istituzione familiare. Il matrimonio visto come uogodi confronto edi scontro emozionale rivela impietosamente come sia falso o stereotipo che odescrive come uogodel’armoniadel focolare e strumento strategicodi pacificazione sociale. a sopraffazionedel’uomo suladonna trovava a sua espressione più odiosa, ma paradossalmente anche a più accettata e quela che resterà più a ungo neldiritto, nela imposizionedel rapporto sessuale. In questa stessa ogica è il marito che esprime con violenza a sua pretesa al rapporto sessuale per cui, si parladele figuredi stupro sessuale edidelittod’onore che godrannodi un qualche favore fra giudici, egislatori e, sottolinea Cavina, soprattutto fra e pratiche sociali, ancora tra XIX e XX secolo. a stessa concezione proprietariadel corpodeladonna si ritrova nel delitto-peccatodi adulterio, quasi sempre veniale per i mariti, sempre mortale per edonne (aledonne non si riconosce adignitàdel crimine, per e ridotte capacità intelettive, ma a bassezzadel peccato)e punito con a violenza estremadela morte se colte in fragranzadi reato, anche se a egge non o prevedeva. Emerge altresì come edonne subiscano passivamente a violenza, considerata quasi fisiologica nel matrimonio. È solo nei secoli XIX-XX che si assume piena consapevolezzadi un istituto matrimoniale fondato suladisparitàdi genere e sulediseguaglianze giuridico sociali connesse che consentono ’usodela violenza. Nel tardo Antico Regime si registra una propensione crescenteda partedei giuristi a togliere ogni fondamento giuridico ala potestà correzionaledel marito, ma gli effetti sono quelidi un ulteriore contenimento, nondela eliminazionedela violenza. Un puntodi svolta è rappresentatodala Rivoluzione Francese chedemolisce il modelodela famiglia patriarcale a favoredi quelo individualista e privodi ruoli. È il pensiero iberale che riprende e promuove ’ideadi una famiglia formatada individui ala pari, meritevolidi una identica tutela, privatadi queladiseguaglianza sessuale che era ala basedela violenza, che, in tempi a noi vicinissimi, viene accostata sempre più a un crimine. Il paradigmadela naturale superiorità maschile è tuttavia ancora incorporato nela cultura contemporanea . Come ultima sconcertante testimonianza, Cavina riferisce che di recente a Cassazione italiana si è trovata a giudicare un casodi maltrattamenti in cui il marito si giustificava sostenendodi aver picchiato a moglie per educarla adiventare una bravadonnadi casa, esperta nela gestionedomestica. Tale argomentazione, sostenuta in primo gradodavanti ala Corted’appelodi Torino, è stata per fortuna respintadala Cassazione, che ha escluso qualsiasi rilievo al “fine educativo” nel rapporto tra marito e moglie. (alba)