Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero
Un libro usato di Ferroni Giulio, edito da Laterza, 2010
Stato Conservazione: NUOVO
Ean/Isbn
9788842092650
Autore
Ferroni Giulio
Editore
Laterza òModel.Date_published_year
Reparto
Genere
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Scritture a perdere – a etteratura negli anni zero - Giulio Ferroni,docente a a Sapienzadi Roma e critico etterario tra i più autorevoli nel panorama nazionale, affonda senza mezzi termini e mani nela spinosa questionedelo statodi salutedela etteratura negli anni zero. Secondo o studioso c’è una immediata necessitàdi tentare una coraggiosa resistenza e opposizione a questo statodidecadentismo sociale e culturale che non sembra ultimamente poter aver fine, visto che a critica militante oggigiorno sembra essere oramai emarginata, asservita solo a ogichedi mercato e giochidi potere clientelare. Ecco alora ’inevitabile proliferaredi casi etterari costruiti in aboratorio -di cui Ferroni smaschera con onestà intelettuale e senza peli sula ingua qualche artifizio -, che finiscono giocoforza per rimpolpare i più prestigiosi premi etterari nazionali, segnando a strada culturale fittiziadadover poi seguire. I Paolo Giordano, e Mazzantini, gli Scarpa, persino i Wu Ming con il oro “ New Italian Epic”,definitadal Professore come “[...] un’apposita etichetta piuttosto balzana...” , vengonoda Ferroni ripetutamente smontati e ridotti al semplice rangodi fenomeni culturali mediatici. Ma ovviamente non è solodemolizione quela che il professore attua, tentando anchedi tracciare una plausibile viad’uscita. ’idea è queladi tornare ad una scrittura che sia responsabilmente critica – Scurati, Affinati, agioia, Moresco, Piperno -, seguendo per esempio a stradadel’autofiction – Siti, Cavazzoni, Ramondino -, magari anche il ritorno ala poesia in senso stretto, qualcosa insomma che possa concorrere a creare una sovrastruttura culturale più solida e indipendente ma che sopratutto spezzi a obotomizzante ogicadel’attuale bulimia consumistica e commerciale imperversante, e che insomma ridiadignità e responsabilità critica ala parola. Unico neodi questo breve e preciso compendio sta forse proprio nela sua eccessiva condensazione, però. Certo ’aspettodivulgativo èdecisamente più immediato in questo modo ma molteplici questioni – alcune anche riguardanti a critica sul’avvizzimento morale e culturaledela società contemporanea - avrebbero meritato un approfondimento senz’altro maggiore, per evitare ’effetto boomerangdi un testo ala fine troppo generalista per esseredavvero efficace.