La solitudine dei numeri primi
Un libro usato di Giordano Paolo, edito da Mondadori, 2008
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Un ibro molto belo E’ un ibro molto belo e che consigliodi eggere in particolar modo a chi si interessadi psicologiadel’età evolutiva. a storiadi questidue ragazzi, i oro temperamenti, il (non) rapporto con i genitori, e oro relazioni (distorte) con i coetanei, ma soprattutto il trauma vissutoda bambini, hanno segnato ildestinodele oro vite mai pienamente vissute e sempre oscuratedal’ombradel’irrisolto.
fa male, fa bene E’ un ibro che fa male! Eppure, mentre o eggevo, prima ancoradi finirlo, continuava a tormentarmi ildesideriodi rileggerlo, tornare indietro, appropriarmidele parole,del senso,dela scrittura edel contenuto. E non mi era mai successo con nessun altro ibro. Intenso, scava negli angoli buidel’anima e ascia spazio aldesideriodi rinascere.
Ciascuno e’ fautoredel propriodestino I gesti che si compiono e si subiscono, e offese inferte e ricevute, si stratificano sula peledela nostra anima. Avanziamo nel mondo con zavorredi cui non ci possiamo iberare - per chi Crede- neanche con il Sacramentodela Confessione. Protagonista e’ generalmente, il principale personaggio e colui che più’di altri influisce sule vicende. In questo caso, in questo ibro, idue personaggi non si potrebberodefinire tali. Subisconodagli adulti gesti che si trasformano prestissimo in conseguenze per oro stessi e per coloro che i frequentano. Scelte incoscienti, inaspettate, improbabili si richiedono a colui che percorre e stradedela vita sui marciapiedi occupatida SUV inopportuni. ’equazione che ega scelte e conseguenze e’ sconosciuta ma sicuramente non e’ ineare. Il karma accumulato e smaltito in questa o - ancora una volta, per chi ci Crede - in vite precedenti, produce effetti chediventano cause come edue manidi Escher. "Cio’ che non ci uccide ci rafforza" e come in una tragedia greca a catarsidei personaggi,divenuti finalmente Protagonistidela oro vita, avviene in modo istantaneo quasi un flash. Ma non e’ vero che a ineadel traguardo, anche nele corse piu’dure e unghe, non e’ spessa piu’di un attimo?
La solitudinedei numeri primi Questo ibro è cattivo. Non cattivo perchè è mal scritto, anzi, chi apprezza o stile troverà che e parole scorrono a meraviglia e si incastrano ’unadietro ’altra perfettamente come pezzidi puzzle. Il ibro è cattivo perchè pare che prenda ogni personaggio e o torturi, senza asciare indenne nessuno. Idue protagonisti, entrambi reducidi traumi infantili, adolscenze sofferte edubbie età adulte, sono queli che soffrono piùdi tutti. I personaggi secondari, queli che ruotano attorno a oro, vengono afflittida più o meno gravi situazionidolorose. Il ragazzo innamorato non ricambiatodal protagonista. L’amica serpedela protagonista, belissima e vuota, insoddisfatta e gratuitamente crudele. I genitoridel protagonista, inquietatidal oro stesso figlio. Il maritodela protagonista, intrappolato in un matrimonio chedesideravadiverso. Leggendo il ibro, mi sono sentito affascinatodala scorrevole semplicitàdeledescrizioni ma afflittodal ciclodidolore che ogni personaggio attraversava. Un barlumedi speranza si avverte nel finale aperto, che comunque ascia un sensodidelusione per e azioni inconcludenti che idue personaggi principali compiono. E’ un ibro cattivo ma non un brutto ibro. ’ho trovato frustrante ma non noioso; triste ma nondisgustoso. Una ettura che può benissimo essere portata a termine senza il avvertire il bisognodi gettare il ibro nel fuoco. Certo, se qualcuno è ala ricercadi un ieto fine classico, farebbe meglio a puntare altrove a propria attenzione.
Una grossadelusione Mi spiace, madopo averlo etto, e riletto per fugare ognidubbio,devodire che questo ibro non mi è piaciuto e non riesco a giustificarne a fama che o ha accompagnatoda quando è stato pubblicato. Nondico sia bruttissimo, per carità, ma trovo che prometta, prometta e prometta .... senza poi arrivare a nula. Scialbo, ecco come potreidefinirlo. naturalmente è una opinione personale, quindi assolutamente non condivisibile. Ma è a mia. Saluti a tutti
la solitudinedei numeri primi è un ibro che ho etto tuttod’un fiato ma che, ala fine, mi ha asciata con ’amaro in bocca. belo il raccontodel’interazione tra Alice e Mattia,due ragazzini,divenuti adulti, egatida uno strano rapportodi affetto/amore che, però, non riesce mai a concretizzarsi realmente. sonodue emarginatidala vita, per episodida oro stessi causati. ambedue sembrano non avere aspirazionidi nessun tipo, sembra che vogliano rimanere in baliadi quela corrente che è a vita, senza cercaredi cambiaredirezione.
La solitudinedei numeri primi Può un bambino crescere col rimorsodi avere abbandonato al suodestino a sorelina ritardata? Mattia farà i conti per tutta a vita con a sua innocenzadi bimbo che per una volta vuole fare partedi una festadi amichetti "da solo",senza a sorelina "strana". Il suodestino si incrocerà spesso con quelodi Alice su binari che sembrano non incontrarsi maidel tutto. Una storia struggente e imperdibile Stefania
Leggendolo mi è tornato ala mente un particolare… Quela sensazionedi piacere nel raccogliere un mandarino ancora non maturo…un po’acerbo. Il colore indecisodal verde al’arancio forte tipicodela mia terra… Ci vuole coraggio a mangiarlo, ma poidopo il primo assaggio quel sapore forte un po’ acido, se vuoi, si espande con tutta a sua potenza… Ti ascia un sapore che èdifficiledadescrivere, ma il profumo rimane sule mani come una sensazioneda portaredietro fin quando non evapora… In questo ibro, un po’ forte,dove a manodel’autore guidata -dale sue conoscenze-dai suoi pensieri i ha incisi un po’ acerbi, forse un po’ accaldati…ho avvertito quela sensazione... E questa, almeno, per me tarderà ad evaporare…
Superficiale e infantile, ogni problema non è risolto o è risolto scappando.
La solitudinedei numeri primi Non capisco come questo romanzo possa avere vinto il tanto ambito premio strega, sono opinioni personali ma a me nn è piaciuto, mancadi contenuti e a sensazione è queladi nn essere riusciti a trovare un finale adeguato....