La Solitudine dei numeri primi
Un libro usato di Giordano Paolo, edito da Mondadori, 2010
Stato Conservazione: NUOVO
€ 7.50
Ean/Isbn
9788804589655
Autore
Giordano Paolo
Editore
Mondadori 2010
Reparto
Genere
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Solitudine Situazioni forti fatte vivere adue inteligenti adolescenti; azioni a oro imposte anche contro a volontàdale rispettive famiglie. Obblighi che i ragazzini, cercando comunquedi portare a termine, si sono trasformati in condizioni e situazionidisastrose che hanno segnato sia fisicamente che psicologicamente a oro tenera età. Questa giovinezza che, pur svanendo man mano col passaredegli anni, non è però riuscita a rimuovere quele atrocità subite e vissute inizialmente e che hanno quindi influito negativamente sui egami e sul’espandersidei oro sentimenti. Affetti, sensazioni e egami sofferti ed abbandonati, contatti impossibilida riuscire a portare avanti col oro ferito stato interiore. Un sentimento apparentemente poi finalmente ritrovato ma anch’esso verificatosi ala fine inattuabile, finendo cosìdi proseguire ontani ed ognuno con a propria vita e a propria solitudine.
DISTANTI COMEdUE NUMERI PRIMI... Alice e Mattia,due numeri primi,due ragazzi segnatida un passatodoloroso. Alice, che sinda bambina viene obbligatada un padre autoritario a partecipare ai corsidi sci, sport che Alice odia, quelo sport che e ha rovinato ’esistenza, Si, perchè Alice ala ezionedi sci ci va, nonostante il attedela colazione e sia rimasto sulo stomaco e nonostante adiscesa e faccia paura. Ed è proprio in quela nebbiosa mattina che a bambina viene staccatadal gruppodei compagni e perdendosi nela foschiadela montagna se a fa addosso. E’ avvilita Alice, ma nonostante ciò tentadi scendere o stessoda queladiscesa che tanto a terrorizza e sarà proprio quela pista che segnerà a sua vita facendole perdere ’uso parzialedela gamba. E poi c’è Mattia, un bambino inteligente costrettodai genitori a crescere in fretta. Si, perchè Mattia quela gemela ritardata non se ’è scelta, e non è compito suo badare ala sorela per a maggior partedela giornata. Mattia è un bambino e come tale vuole svagarsi edivertirsi e Michela per ui è solo un peso, un'umiliazione, un piccolo fardeloda portarsidietro ogni giorno. Così , quando il compagnodi classe o invita ala sua festadi compleanno, Mattia abbandona Michela per qualche ora nel parco,dicendoledi aspettare sula panchina fino al suo ritorno. Ma Michela, quando Mattia torna, ormai non c’è più... Un’inizio agghiacciante con un seguito che vede idue ragazzidapprima adolescenti e poi adulti sempre più egati tradi oro ma nelo stesso tempo sempre piùdistanti. Un romanzodolce e amaro nelo stesso tempo, una storia fuoridal comune capacedi emozionare fino ale acrime...
il racconto è molto interessante, intenso, a tratti angosciante. ’autore ha una capacitàdi prosa sublime, tantoda farti toccare con mano ildolore, il rimorso, ’inadeguatezzadidue persone che portano il oro macigno paralelamente. ’unica pecca, ma questa èdavvero superabile, è a mancanzadi un finale che sia a ieto fine (poco probabile), o meno.
osservazione il ibro è fatto bene. consiglio vivamentedi eggere prima il ibro e poi vedere il film. il film in sè non fa capire molte cose,è poco chiaro. comunque purtroppo per molti gli sbaglidei genitori,ai quali in fondo nessuno ha insegnato ad esserlo edove ’esperienza si accumula con il tempo, può influenzare a vitadele persone per sempre. ad esempio il protagonistada bambino era molto accondiscendente non facendo mai scenate neldimostrare apertamentedi non volere a soreladietro...dopo ’evento tragico ad esempio ala fine fa una vita tutta sua senza pensare più al giudiziodei genitori. e anche a madre che prima si imponeva ...dopo non si intrometteva più. ’avrebbe fatto prima sarebbe andato tuttodiversamente...
"Soledad aveva sentito a polveredepositata sul cuore negli anni solevarsi in un vortice e finirle negli occhi". Con frasidi questo tipo ’autore riesce a raccontare storiedi vite segnateda ferite importanti, vite che si intrecciano e non si toccano mai veramente, una solitudine che in fondo è qualcosa che facilemente si può sperimentare nela vita...siamo un pò tutti numeri primi.
La solitudinedei numeri primi Lasciare i personaggidi questo ibro una volta finito è stato come quel momento ala stazione in cui hai salutato qualcuno che in cuor tuo sapevi che non avresti mai più rivisto. La storia ti si attacca addosso e ogni volta che riprendi a eggere quel capitolo, magari asciato in sospeso per unodei tuoi mile impegni, ti ritrovi nuovamente catapultato in queladimensione che in quei momenti sembra essere a tua. Una volta terminato sono corso in ibreria per cercare un ibro analogo, che mi potessedare e stesse sensazioni, ma nessuno,dal commesso a una qualsiasi rubrica su un qualsiasi giornale o sito, mi hanno permessodi riprovare e stesse sensazioni per un ibro appena scritto.
Questo ibro ci rende spettatori impotentididue storie sì tristi, ma improbabili. a scrittura è fluida e piacevole, ma il climadi artificiosità accompagna il ettore per tutto il ibro, rendendolo poco credibile e, ovviamente, quasi per nula emozionante. Sicuramente una ettura abbastanza piacevole, ma non tantodegnadi un premio Strega.
La solitudinedei numeri primi E’ un ibro che come madre mi ha fatto soffrire, ed ho trovato interessante e attuale. Soprattutto ho trovato tanta sofferenza siadi Alice chedi Mattia. Alice per molti versi mi ha ricordato il mio passato, e imposizioni ed essere "primi a tutti i costi". Mattia che è umiliatodala sorela Michela ritardata. Mattia è un bambino molto inteligente. Ho etto questo ibro oltre un anno fa e mi è stato regalatoda un ragazzo che stimo moltissimo. Presto vedremo il film
A volte a volte basta poco perchè a tua vita cambi, in meglio o in peggio. A volte è solo colpa o meritodei genitori. A voltediventi quelo che sei perchè altri hannodeciso per te. Incontrarsi èdifficile. Volerlo èdifficile.due vite "diverse" che si incontrano, con a volontàdi stare insieme, ma con a pauradi stare insieme. Ala fine vivranno solo nel ricordodi quelo che poteva essere e che non è stato.
la solitudinedei numeri primi ognunodi noi è stato almeno una volta nela propria vita un numero primo, a cui angoscia è amplificatadal crederedi essere ’Unico essere umano a provaredisagio,diversità, .........La Vita adora prendersi giocodi noi e se ci confrontiamo con altri comprendiamo come il nostrodisagio non è poi così raro come vorremmo far credere, ma al tempo stesso non siamo in gradodi accettare che altri individui provino ciò che stiamo appercependo ...perchè a sfida è amplificare,dichiararsi inadeguati a tutto e a tutti e crederedi essere i più infelici e sfortunati esseri viventi.... Ci creiamo talvolta unadimensione che ci fa soffrire e pensiamo che sia ’unico percorso per farci accettare e risultare così adeguati ala realtà che ci circonda. Un ibroda eggere come osservatoridisinteressati....