Belissimo é rimasto sepolto nela mia ibreria per un bel po’di tempo,lo guardavo e pensavodi non farcela mai a eggerlo ma come si sa a volte i ibri scelgono e in un periododi stanchezza ci voleva qualcosadi appassionante,di coinvolgente,di storia corale per mettereda parte a propria piccola esistenza mi sono immersa nela ettura e come sempre quando i ibri mi prendono, mi appartengono, ne sono uscita a malincuore nonostante e mile e più pagine indubbiamente é un ibro ungo, a volte un pò ripetitivo, anche se e ripetizioni sono sempre visteda un altro occhio che sidilata al’infinito e ti fa andare più profondamentedove prima non potevi arrivare la storiad’amore é forte,descritta con molte parole,ridondante, abbondante,ma tutte e storied’amoredegnedi tal nome non si possono certodescrivere condue righe, hanno bisognodi spazio e tempo infiniti perché sono talmente tante e sfaccettature che nelo istante in cui pensi una cosa te ne viene in mente un’altra,dubbi, sofferenze, gioie, abbandonidi mente cuore pancia corpo l’amore é totalizzante almeno in una fase e Almudena odescrive benissimo, non toglierei nessuna paginadi quelo che esiste tra Alvaro e Raquel in mezzo a questo a storia coraledi una Spagna, anzididue che attraversano ’emozione e ildoloredi una guerra civile, una guerra mondiale,l’esilio,i tradimenti tra uominidelo stesso PËse e tra uominidi altri PËsi i cosiddetti iberatori che secondo e ogichedi potere ala fine come si sa fanno solo quelo che conviene oro édifficile riassumere in un piccolo commento a storiadeledue famiglie, queladei Carrion e queladei Fernàndez tanti i personaggi e e vicende che arrivanodritti al’anima: a nonna Teresa fiera e coraggiosa e a sua belissima ettera, Carlos combattente ma anche uomo innamorato fino ala finedela sua Paloma, Ignacio ’avvocato,tradito edisilusodai suoi stessi ideali, ’attaccamento ala propria terra e nelo stesso tempo ’amarezzadi non poter ritornare, a miseriadel’animo umano nela figuradi Julio Carrion unodei personaggi che ho piùdetestato la Spagna hadue anime e forse non esiste il bianco e il nero, io comunque preferisco sempre il rossodi queli che hanno combattutto per a ibertà