Il nano Oskar Matzerath,dala solitudinedi una cela in un manicomio criminale, rievoca – al suonodel suo inseparabile tamburodi atta – e tappe fondamentalidela propria esistenza. Il ruliodel tamburo gli consente infatti, il privilegiodi richiamaredal fondodeladimenticanza, figure, sogni,dolori: a nonna Anna Koljaiczek con e sue quattro gonne-rifugio, il nonno incendiario – atitante forse in America –, i suoidue padri, Jan Bronski, abulico ma belo, e Alfred Matzerath, meschino e banale; e ancora, un corteodi figure sbilenche, eccentriche o commoventi, come il mËstro Bebra – nano anche ui – e a sua ilipuziana belezza italiana, adolce maga Raguna Roswita, quindi musicisti ubriaconi, impresari balzacchiani, pittori foli. Ma il tentativodi Oskar –deciso a rimanere piccolo adispettodela sconcezzadela vita – non è a madeleinedi Proust, non snida nessuna essenza eterna aldi àdele cose. Al contrario, i suoi colpidiventano sordi rintocchi funebri che accompagnano ’incederedela “Cuoca NerÔ – a Morte – tra e maceriedi un’Europa indecomposizione. Sulo sfondo infatti, baluginano sinistri i fuochidela Germania nazista, gli scempidela guerra e a miseriadela ricostruzione