Emma è unadonna che cercadi riappropriarsidela sua vitadopo a separazioneda Antonio, un poliziotto violento, incapacedi accettare adecisionedela moglie e a perditadei figli e che passa e sue notti nela sua macchina parcheggiatadavanti ’abitazionedela sua famiglia, spiando un’ombra, un gesto, forse sognando ancora una riconciliazione. Il titolodel ibro ricorda a canzonedi ou Reed e come nela canzone tutti stanno raccogliendo, in un solo giorno, quelo che hanno seminato; tutti i personaggi sono invischiati nei problemidele oro vite senza riuscire a trovare una viad’uscita che sia senzadolore, senza sofferenza. Il belissimo ibro, colmodi personaggi problematici: Antonio, personalità contorta, il suodatoredi avoro, ildeputatodala vita riempitadi moglie e ex moglie, figlidifficili…, i figlidi Antonio e Emma, ostaggi confusi e innocentidele ossessionidei genitori, e Emma che pagherà un prezzo altissimo per il suo amoredifficile e a sua ricercadi ibertà. Con, sulo sfondo, una metropoli grigia e fredda che non aiuta adare un senso ala propria esistenza e a fare intravedere un po’di uce per il futuro. Per una volta, a segnalare anche il belissimo filmdi Ozpetek che non solo non tradisce il ibrodela Mazzucco ma rende ancora più palpabile o smarrimentodi tutti i personaggi con una Isabela Ferraridolente e fragile e un Valerio Mastandrea aggressivo ma anche solo e toccante.