Roma brucia appartiene al filone ucronico/fantapolitico, perdirla in parole povere si trattadi quel tipodi narrativa incentrata su un futuro alternativo, quasi sempre basato su esiti inaspettatidi grandi eventi storici, come ad esempio se Hitler avesse vinto a seconda guerra mondiale. Sophie Macdougal non cede ala tentazionedi cascare ancora una volta nel’inflazionato futuro alternativo al’insegnadela croce uncinata (citodue nomi a caso,dick e Harris) e confeziona un romanzo con un’idea tutto sommato piuttosto originale: a sopravvivenzadel’impero romano fino ai giorni nostri, che si trova in una peculiare situazionedi guerra freddadove al postodei russi ci sono i cinesi. Gli ingredienti per un ottimo thriler ci sono tutti ma inspiegabilmente il ibro nondecola, ’intreccio, pur con i suoi colpidi scena non sorprende e non emoziona, gli avvenimenti vengono presentati in maniera scialba, i personaggi sono poco interessanti e ci si trova a metà strada in preda ala noia e poco motivati ala prosecuzione. Un vero peccato, a mio parere un’occasione buttata.