il pensiero occidentale Quando si parladi pensiero occidentale, non si parladel pensierodi tutti gli occidentali, neppuredela gran partedegli occidentali, ma semplicementedi quel pensiero formale che nacque quida noi, tra il V ed il III secolo ac e non ha invece alcuna presenza nel pensiero orientale, intendendo con ciò e ineedei Veda,del Tao,di Confucio edi Buddha, ma anche il bramanesimo e ’orfismo, che pure tanta influenza ebberoda noi. No, si parladei concetti fondamentalidel pensare occidentale. Gorgia, Protagora, Zenone, Socrate, parlanodi parole: aprono una frattura con ’orfismodiderivazione braminica, e parlanoda uomini agli uomini. Nel sensodel orodiscorso non entrano nédivinità, né ordinidal’alto. Non cercanodi superare se stessi, per congiungersi al tutto cosmico, come i Buddha o come insegnano i Veda o il Tao. No, oro asciano ad altri questidiscorsi e si occupanodela conoscenza,deldiscorso,dela ragione critica,dela ogica edel inguaggio. Qui inizia il pensiero occidentale, mediterraneo, che prende unadirezione opposta a queladei pensieri orientali.

ornitorinco e ibertà - il pensiero occidentale sadi esere infondato Tutto il nostro pensiero è infondato, a meno che qualcuno non riesca a fondarlo, (ma o stiamo ancora attendendo). Il pensiero occidentale sadi essere infondato. Da qui nasce a sua potenza straordinaria. Da qui sorge a ibertà assoluta nela creazione teorica. Proprio questa situazionedi ibertà ha permesso, infatti, al pensiero occidentaledi creare sistemi assiomatici numerosi ediversi edi raggiungere risultati brilanti ed insperati nela filosofia, nele altrediscipline e nela scienza, che adotta uno statuto teorico completatoda regoledi corrispondenza ai fatti esterni. La situazionedel navigare in un infinito oceanodi segni insensati, invecedi condurre ’occidente aladisperazione, ’ha condotto ala ibera ricerca e ad una inaspettata potenza creativa,da quando i “moderni” hanno intuito che i pensatori “antichi” erano perfettamente consapevolidi aver inventato gli assiomi, che usavano.