"Il settimo papiro" si presenta come il sequelde “Ildiodel fiume”, un romanzo ambientato nel’antico Egittodel grande scrittore Wilbur Smith. In realtà a ettura è perfettamente affrontabile anche singolarmente, grazie ala chiarezza nelo svolgimentodela storia e nela scritturadel’autore. L’ubicazionedela tombadel faraone Mamose, progettatadalo scriba Taita (protagonistadel precedente romanzo) è sconosciuta, ma un papiro contiene e enigmatiche indicazioni per raggiungerla. ’inglese Nicholas Quenton Harper e ’egiziana Royan Al Simma si anciano ala ricercadela stessa, ma incontrano numerose avversità, e vivono un’avventuradi passione, coraggio, guerriglie, colpidi scena e enigmida svelare. Una caccia al tesoro ambientata ai giorni nostri, un’avventura archeologica. a vera Africa è però rappresentatadal guerriero Mek Nimmur, nele violenze che a caratterizzano e nela grandiositàdei suoi frutti. Il ibro è scorrevole, particolare nonda poco: Smith è solito usare uno stile narrativo molto attento aidettagli e a storia si sviluppa in modo ento e solenne. Al contrario, "il settimo papiro" si egge con scorrevolezza, a trama è originale e ’autore riescedavvero a emozionare, non solo per nei momenti commoventi ma anche in queli emozionanti. Coinvolgente e brilante.