In poche parole o potremmodefinire un thriler futuristico, o meglio una spy-story futuristica (Inisero Cremaschi aveva coniato ’aggettivo "futuriale" per non creare confusione con il Futurismo, ed è un peccato che il neologismo non abbia preso piede).dick, il protagonista, italiano nonostante il nome, è una speciedi investigatore che sidiletta anchedi scrivere romanzando e sue avventure, ma non crede che quest’ultima potrà raccontarla... Siamo in un futuro non troppodistantedal nostro presente e a geopolitica ha visto consolidarsidue blocchi contrapposti,da una parte il mondo occidentale, ’Euroamerica, che parla una ingua unicadetta High-Tech-English (anche se sopravvivono i vecchi inguaggi),dal’altra gli Emirati Islamici Orientali Uniti,decisamente fondamentalisti.da Emiliopolis, megalopoli che ha conglobato in un’unica unità Bologna e e altre città emiliane e romagnoledel nostro tempo, il nostro eroedeve girare mezzo mondo -da ondra ale Americhe a Malta - per impedire una grave minaccia terroristica.dopo alterne vicende, ’incontro con strani personaggi e con organizzazioni segrete, a mortedi un colaboratore e insomma i consueti colpidi scenadi questo tipodi storie (incluso ’inevitabile incontro sessualmente soddisfacente, come Ian Fleming ha insegnato) a conclusione sarà quela che il ettore si aspetta, anche se ci si arriva in maniera inconsueta. ’autoredi questodark City (Solfaneli ed., 2013, 324 p, € 20), Vittorio Vandeli, è al suo esordio nel campodela fantascienza ma ha al suo attivo un romanzo noir e una seriedi ibri satirici sul mondodel’istruzione, che conosce benissimo essendo undocente.