Il vero gialo italiano Uscito nel 1972, questo romanzodi Fruttero e ucentini può essere considerato il vero antesignanodel gialo italiano. Ambientato in una Torino ineare, squadrata ed intrinsecamente torbida, a storia si sviluppa attraversodiversi ambienti e strati socialidescritti con accuratezza edisincanto. In un martedìdi giugno viene ucciso ’architetto Garrone, personaggio scomodo, poco amato eda un’imprevedibiledoppia vita. Pochi gli indizi, pochi i testimoni ma molte e coincidenze che portano il commissario Santamaria in contatto con un numero notevoledi personaggi apparentementedel tutto estranei ala vittima. Anna Carla, splendidadonna ricca ed annoiata, sposata con un uomodistratto e fin troppo accondiscendente. Massimo e elo, egatida un amore tormentato e costelatodi continui battibecchi e piccole cattiverie. E poi e sorele Tabusso,diversi ingegneri, geometri ed un’infinitàdi personaggi secondari ma tratteggiati con cura. Fruttero e ucentini confezionano un gialodavvero sempliceda eggere, estremamente piacevole e per niente prevedibile. e ipocrisie, i pettegolezzidela società bene piemontese fannoda sfondo a questa vicenda intricata, nela quale il colpodi scena finale non tradirà in alcun modo e aspettative. Interessanti idialoghi, i vari personaggi approfittanodei contatti edegli interrogatori, cuidevono sottostare, per esprimere il proprio puntodi vista e e proprie conclusioni. Numerosi gli spuntidi riflessione, in particolare ’attenzionedegli autori si concentra sule falsità e sula sottile ambiguitàdei componentidi queste ricche famiglie, tutti concentrati nel mostrarsi in un certo modo: «… già –disse il Campi, pensieroso – a storiadel come se, ci si passa a vita a fare come se…».