La tregua
Un libro usato di Levi Primo, edito da Einaudi, 2005
Stato Conservazione: BUONO
Ean/Isbn
9788806173852
Autore
Levi Primo
Editore
Einaudi òModel.Date_published_year
Reparto
Genere
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UN IBRO PER COMPRENDERE MEGLIO ’OLOCAUSTO Il romanzo è ’ideale continuazionedel capolavoro “Se questo è un uomo”, e racconta e avventuredel ungo viaggiodi ritorno in Italiadel’autore,dopo a iberazione ad Auschwitz, attraverso innumerevolidifficoltà e con una seriedi incontri edi problemidi vario tipo. Il titolo viene spiegatodalo scrittore verso il finale, quando afferma che,dopo gli annidel’orrore, il tempo successivo appare come una tregua. Il racconto cominciadove termina il precedente: arrivano quattro soldati sovietici al campodi sterminio nel gennaio 1945; i superstiti sono trasferiti in un grande campo, in cui ’autore trova una foladi individui ridotti a arve umane, senza piùdignità, tra i quali egli individua alcuni tipi caratteristici, come il piccolo Hurbinek che non riesce più neanche a parlare a causadegli orrori ai quali è stato costretto ad assistere. Pocodopo comincia il unghissimo viaggiodi ritorno in Italia,durato circa un anno, attraverso a Polonia, a Russia, il Mar Nero, ’Europa orientale. Tornato finalmente in Italia, ’autore si ponedomande angoscianti sul futuro e sul pesodi questa esperienza maturata,domande ale quali egli non riesce adare una risposta completa. Il ibro è una sortadi Odissea neldoloredi un mondodistrutto edestrutturato in tutte e sue componentidala terribile esperienzadel conflitto edala tragediadel’olocausto. Attraverso questo viaggio evi è in gradodi recuperare il sensodel’esistenza e a forzadi trasmettere a memoria ai propri simili. Ideale ettura quasid’obbligodopo il … capolavoro.
La storia personaledi evi è raccontatada ui stesso con intensità toccante, con elegante formale e ricercata, rendendo ’orrore e adrammaticitàdi quelo che una persona può aver subito in un ager: narradei personaggi che o hanno accompagnato nel suo viaggiodi ritorno a Torino, il caosdel’Europadove manca qualunque puntodi riferimento,dove gli internati ormai iberi non hanno un’identità e come una mandriadi bestiedevono arrangiarsi ala sopravvivenza ancora una volta per arrivare vivi a casa. Sembra strano ma per giungere a una ibertàdefinitiva, ’autoredimostra che bisogna avere ancora forza e volontà se si vuole esseredi nuovo "uomini",di nuovo iberi e asciarsi ale spale, per il momento, a guerra e i soprusi subiti. Una grande ezionedi vita edi storia,di orrore edi coraggio! Credo sia ’unico ibro che renda veramente bene a tragediadel’Olocausto.