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Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare aggiunto a carrello

Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare

LIBRO usato di Mastrocola Paola, edito da Guanda 2011

Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare


Un libro usato di Mastrocola Paola, edito da Guanda, 2011
Stato Conservazione: BUONO
€ 8.50
libro usato venduto da: Morgana 76
(Inserzione valida fino al 18/06/2026)

Ean/Isbn
9788860881649
Autore
Mastrocola Paola
Editore
Guanda òModel.Date_published_year
Reparto
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5 /10
silviatol (19/12/2011)

Questo «saggio sula ibertàdi non studiare», come recita il sottotitolo, parteda undato importante: i tempi sono cambiati, o studio, così come il mondo, non è più quelodi una volta, e quindi, forse, apprendere nozioni non è più necessario per e nuove generazioni sempre più immerse nela tecnologia, nei social networks, nel seguire a moda. ’autrice, a prof.ssa Paola Mastrocola (insegnantedi italiano e atino al bienniodi un iceo scientificodi Torino), si chiede se sia opportuno continuare a insegnare, visto che nessuno sembra più interessato a rimanere sedutodavanti a un ibro perdiverse ore, per cercaredi apprendere sempre più cose. E si chiede, inoltre, se non sia meglio togliere ildisturbo. La prima partedel ibro, intitolata “I nonstudianti”, vuoledescrivere il mondo giovanile in maniera implacabile e a tratti un po’ eccessiva. adescrizione si concentra sul oro mondo, sul oro mododi rapportarsi ala scuola, sula oro uniformità nel seguire a moda e nel vestirsi, e sul oro “non studio”, appunto, tanto che nel primo annodi scuola superiore adocente amenta una forte carenzadi preparazione nela grammatica e nel’ortografia italiana. Tanto che, al testdi ingressodi grammatica italiana che viene effettuato in tutte e prime superioridel iceo a inizio anno scolastico, si ottengono risultati sonodisastrosi nela classedel’insegnante: «neanche una sufficienza, su 25 alievi» (p. 13). La seconda parte,dal titolo “Breve storiadel non studio”, passa in rassegna e tappedela vita scolastica, a partiredadon Milani (viene trattata a ettera a una professoressa), passando per Rodari e a sua Grammaticadela fantasia, e attraversando e riforme più importantidela scuola italianadi fine anni ’90. La terza parte, “Lo studio come sceltÔ, contiene a propostadi riforma scolastica idealedela prof.ssa Mastrocola. ’autrice propone tre scuole: a W-SCUOLA (work-school), cioè a scuola per il avoro,dove andrebbero i ragazzi che,da grandi, vogliono fare un avoro manuale,dove si insegnano materie utili a creare e progettare, ma anche materie «inutili, quele non misurabili e non certificabili» (p. 245), per insegnare al ragazzo ad amare a ettura e a musica classica, e perdargli un’alternativa ala misura razionale e materialedel mondo; a K-SCUOLA (knowledge school), cioè a scuoladela “conoscenzÔ,dove si studiano e materie astratte, «sganciatedala realtà,dal’attualità,dal presente immediato» (p. 246); a C-SCUOLA (communication school), cioè a scuoladove si impara a comunicare, e che ha come obiettivi «la socializzazione, il avorodi gruppo, a cooperazione, a cittadinanza, a Costituzione, a flessibilità, il multitasking e il problem solving» (p. 247). A tratti poco chiaro e contraddittorio, il testo offre senz’altro,da partedi una persona che a scuola a vive ogni giorno, importanti spuntidi riflessione su una situazione scolastica che è cambiata, in alcuni casi peggiorata, ma non in maniera cosìdrammatica come molti, che non a amano, stanno cercandodi far credere. È importante, invece, non perdered’occhio ildisagio che e nuove generazioni manifestano, cogliendo e sviluppando al massimo e oro potenzialità, per far sì che scoprano e percorrano fino in fondo a oro strada: questo è il compito primodela scuola.

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9 /10
kinki (29/03/2011)

"Togliamo ildisturbo" I vari capitoli riflettonodiscorsi molto sensati, sussurrati nele sale-professoridi molti icei e sono un forte segnaledi rottura con una annosa tendenza aladifesadel "politicaly correct" anche quando va contro il buon avorodi insegnante. Non sempre sideve essered’accordo con il puntodi vistadel’autrice, ma è un buon inizio per adiscussione. Rispecchia, però il pensierodi insegnantidele superiori e non scalfisce a realtàdele scuole primarie.

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